In questo post, analizzeremo i seguenti aspetti:
Il cambiamento era già in atto prima della diffusione del Coronavirus, molte aziende lo stavano già sperimentando da anni. Il virus ha soltanto accelerato il processo, ha costretto organizzazioni, aziende e istituzioni a fare il salto e i cambiamenti sembrano destinati a radicarsi e a diventare prassi.
Numerosi sono i vantaggi del “lavoro agile”. Lo smart working è totalmente orientato al risultato, prevede autonomia e flessibilità del lavoratore nella scelta di tempi e spazi di lavoro.
Una buona opportunità per le imprese in termini di sostenibilità, risparmio su locazione, climatizzazione, pulizia e allestimento dei luoghi di lavoro, oltre che di alleggerimento del traffico e dei mezzi pubblici.
Tecnicamente, il lavoro agile non è un tipo speciale di contratto di lavoro, ma un diverso schema di esecuzione delle attività lavorative stabilito da uno specifico accordo scritto tra il datore di lavoro e il dipendente.
Secondo un sondaggio condotto da Industree Communication Hub e TBS Group, il principale vantaggio del lavoro agile per i dipendenti è la possibilità di stabilire un migliore equilibrio tra vita professionale e privata.
Il sondaggio ha coinvolto oltre 5.000 professionisti italiani dei dipartimenti di gestione delle risorse umane, comunicazioni interne e direzione generale. Ne è emerso, innanzitutto, che il numero di aziende che offrono questa forma di lavoro è in costante aumento.
Circa il 78% del personale intervistato ha percepito un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata come il più grande vantaggio. Al secondo e terzo posto sono stati, rispettivamente, i benefici per i dipendenti che godono di più responsabilità e indipendenza e seguono un nuovo processo di valutazione delle prestazioni basato sugli obiettivi da raggiungere. Infine, il 40% degli intervistati ha visto lo smart working come un’opportunità per aumentare la produttività della propria azienda.
E’ innegabile, il Covid ha cambiato le abitudini d’acquisto. Abbiamo assistito ad una vera e propria impennata del commercio elettronico ma, il primi a pagarne il prezzo, sono stati i rivenditori al dettaglio e le attività di ristorazione.
Assisteremo probabilmente all’emergere di nuovi bisogni generati dalla trasformazione delle nostre abitudini.
Anche Parmalat, azienda leader in Italia nel mercato del latte, apre al mondo dell’e-commerce e lancia il suo shop online ufficiale.
Questa nuova modalità di acquisto online non sarà probabilmente solo un fenomeno dettato dalle circostanze, ma rappresenterà l’occasione per far provare a tanti consumatori un nuovo canale di acquisto comodo, sicuro e spesso anche veloce. La vendita online rappresenterà una vera propria fornitura di un servizio.
I dati parlano chiaro. Il 31% degli utenti utilizzerà più frequentemente l’e-commerce (Fonte: Ipsos); gli e-shop crescono tra il 30% e il 70% settimanalmente rispetto all’anno precedente (gennaio – aprile). Per questo, la progressiva digitalizzazione dovuta al Covid19 è un’opportunità per le aziende che vogliono massimizzare il business. Questo vale anche per quei settori che, seppur avendo sofferto nei mesi di lockdown, hanno davanti a sé un’occasione per pianificare strategie di successo.
Concludendo, nel post-coronavirus il livello di alfabetizzazione digitale del Paese sarà migliorato di molto aprendo nuove porte a molte professionalità che hanno scoperto nuovi lavori, nuove abitudini, una nuova gestione del tempo e un nuovo modo di vivere lavorando.